
Il PMI manifatturiero della Cina è sceso a marzo a quota 50 punti dai 51,6 precedenti che avevano segnato il massimo di 8 mesi
Frena l’attività manifatturiera in Cina. Secondo il sondaggio mensile di Caixin/Markit il PMI manifatturiero è sceso a marzo a quota 50 punti dai 51,6 precedenti che avevano segnato il massimo di 8 mesi. Il dato è proprio a limite tra fase di espansione (valori superiori ai 50 punti) e di contrazione (valori inferiori ai 50 punti. Le attese erano per una crescita a 51,7 punti.
«In poche parole l’economia ha visto un rallentamento marginale della ripresa a marzo poiché l’espansione sia dell’offerta che della domanda manifatturiera si è notevolmente indebolita rispetto al mese precedente – ha commentato Wang Zhe, Senior Economist presso Caixin Insight Group. – La domanda estera si è trascinata, l’occupazione è peggiorata, le scorte sono leggermente diminuite, i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili, la logistica è stata gradualmente ripristinata alla normalità e le imprese erano ancora molto fiduciose nelle prospettive economiche. In prospettiva la crescita economica dipenderà ancora da un impulso della domanda interna, in particolare da un miglioramento dei consumi delle famiglie. Solo lavorando duramente per stabilizzare l’occupazione, aumentare il reddito familiare e migliorare le aspettative del mercato, il governo può raggiungere l’obiettivo di ripristinare ed espandere i consumi».
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