TikTok sempre più vicina all’obbligo di vendita. La Corte d’Appello federale del District of Columbia ha dato ragione alle autorità statunitensi che hanno imposto al noto social cinese di allontanare la sua dipendenza dalla casa madre ByteDance. La sentenza, infatti, verteva sulla possibilità che la legge potesse essere o meno costituzionale. I legali di TikTok, infatti, avevano invocato il Primo Emendamento per rovesciare la legge del Congresso americano che stando alla loro tesi avrebbe violato il primo emendamento della Costituzione americana, quello sulla libertà d’espressione. Nello specifico della libertà di parola di 170 milioni di cittadini statunitensi.
Diversamente, però, la Corte d’appello ha sentenziato che la legge “è stata il culmine di un’ampia azione bipartisan da parte del Congresso e dei presidenti successivi. È stata attentamente elaborata per gestire solo il controllo da parte di un avversario straniero, ed era parte di uno sforzo più ampio per contrastare una minaccia alla sicurezza nazionale ben fondata posta dalla RPC (Repubblica Popolare Cinese).” “il Primo Emendamento esiste per proteggere la libertà di parola negli Stati Uniti e con questa legge il governo ha agito esclusivamente per proteggere quella libertà da una nazione straniera ostile e per limitare la capacità di quell’avversario di raccogliere dati privati degli americani”.
I legali di TikTok hanno già dichiarato di voler far ricorso alla Corte Suprema.