
Sentiment sottotono per via dell’aumento dei contagi da coronavirus in tutta Europa e per il maggior scetticismo sul varo a breve di aiuti fiscali negli Usa
Avvio in calo per le Borse europee a causa dei crescenti timori per il boom dei contagi da coronavirus in Europa. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 cede l’1,5%. A Francoforte il Dax perde l’1,6%, a Parigi il Cac40 arretra dell’1,4% e a Londra l’indice Ftse100 segna una flessione dell’1,5%.
Anche Piazza Affari si muove in territorio negativo segnando -1,16%, a quota 19.380,41 in apertura
A frenare il sentiment sul mercato è anche la sempre minor convinzione di nuovi stimoli fiscali a breve da parte del governo Usa. La speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, e il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, hanno parlato ancora di questo tema ieri ed hanno in programma di risentirsi di nuovo oggi. «Continuiamo a fare progressi su alcuni temi ma su altre questioni continuiamo a essere molto distanti», ha dichiarato Mnuchin.
L’incertezza sulla questione degli aiuti fiscali ha rallentato anche Wall Street che ieri ha chiuso in ribasso (Dow Jones -0,58%, Nasdaq -0,8% e s&P 500 -0,66%). Deboli anche l’Asia e le borse cinesi: l’indice Nikkei 225 della piazza di Tokyo archivia la seduta con un calo frazionale dello 0,57%; sulla stessa linea, in lieve calo Shenzhen, che archivia la giornata sotto la parità. Negativo Hong Kong (-1,18%); sulla stessa tendenza, in ribasso Seul (-1,04%). Poco sotto la parità Mumbai (-0,38%); leggermente positivo Sydney (+0,42%)
Nel valutario l’euro/dollaro è a 1,175 (+0,06%), il dollaro/yen a 105,23 (+0,08%) e il cross sterlina/dollaro viaggia a 1.302 (+0,05%).
Tra le commodities il petrolio Wti segna un rialzo dello 0,1% a 41.08 dollari al barile e il Brent fa +0,07% a 43,35 dollari. L’oro tratta a 1.904 dollari l’oncia, -0,157%.
Sul fronte macro in Cina l’indice dei prezzi al consumo di settembre è salito dell’1,7% su base annua a settembre rispetto all’1,8% atteso dal consenso e quello dei prezzi alla produzione è sceso del 2,1% a settembre su base annua rispetto ad attese del -1,8%. Da seguire poi in Italia gli ordini all’industria e il fatturato industriale entrambi di agosto. La Banca d’Italia pubblicherà l’aggiornamento sul debito pubblico del Paese. Poi dagli Usa arriveranno gli aggiornamenti sulle richieste settimanali di sussidi disoccupazione, sui prezzi all’import di settembre, sull’indice Empire State Manufacturing di ottobre e sull’indice Fed Filadelfia sempre del mese in corso.
di: Maria Lucia PANUCCI
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