
Si attende negli Usa un nuovo pacchetto di aiuti promesso dal presidente eletto, Joe Biden, ma preoccupa la ricomparsa del virus in Cina con 11 milioni di persone di nuovo in lockdown
E’ un avvio debole quello di stamattina per le Borse europee. Nei primi minuti di contrattazione il Dax lascia sul terreno circa lo 0,39% mentre il Cac40 e il Ftse 100 cedono rispettivamente lo 0,14% e lo 0,15%.
Anche Piazza Affari si muove fiacca con l’indice Ftse Mib sotto la parità, segnando un calo di circa mezzo punto percentuale in area 22.660 punti. Tra i singoli titoli le vendite si concentrano su Fca (-1,8%). Giù anche Tenaris e Saipem, entrambe in calo dell’1,5%, di riflesso alla debolezza delle quotazioni del petrolio. Debole anche Nexi (-1%). Secondo fonti del Governo, la partecipazione riscontrata al cashback ad oggi è stata al di sopra delle aspettative dal punto di vista dei numeri e dei dati di sintesi.
Si muove invece in controtendenza FinecoBank (+1%) che nel mese di dicembre ha registrato il dato di raccolta netta più alto di sempre, attestandosi a 1,6 miliardi di euro (+119% rispetto a 721 milioni di un anno fa) senza fare ricorso a politiche commerciali di breve periodo. Bene anche Stmicroelectronics e DiaSorin , in rialzo di oltre un punto percentuale. Ma la vetta del listino Ftse Mib viene raggiunta da Unipol che sale dell’1,2%.
Sui listini del Vecchio Continente pesano le performance negative dei future sull’azionario Usa (Dow Jones -0,65%, S&P -0,64% e Nasdaq -0,48%). Male anche l’Asia che chiude in rosso. A parte Tokyo che è chiusa per festività, Shanghai fa -1,08%, Kospi -0,9%. Regge solo Hong Kong con un marginale +0,04% per via dei dati preoccupanti sui contagi di Coronavirus nell’area in particolare nella provincia cinese di Hubei, attorno a Pechino, dove il virus è tornato a farsi vedere e 11 milioni di persone sono di nuovo in lockdown. La Cina ha registrato così negli ultimi giorni il maggior incremento di casi da Covid-19 in più di cinque mesi.
Si guarda poi agli Stati Uniti e si attende un nuovo pacchetto di aiuti promesso dal presidente eletto Usa, Joe Biden, che si insedierà formalmente alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio. Una necessità, quella di nuovi aiuti, dopo i deludenti dati sul mercato del lavoro usciti venerdì scorso (guarda qui).
Intanto oggi la Camera usa metterà all’ordine del giorno una risoluzione non vincolante che chiede al vicepresidente Mike Pence di invocare il 25° emendamento, dichiarando l’incapacità del presidente e rimuovendolo. Se non ci sarà unanimità, come previsto, il voto avverrà domani. Pence avrà 24 ore per rispondere.
Nel valutario l’euro scende sul dollaro a 1,218 (-0,27%), il cambio dollaro/yen è a 104,14 (+0,2%) e il cross sterlina/dollaro è a 1,351 (-0,41%). Tra e commodities il petrolio Wti cede l’1,11% a 51,66 dollari al barile e il Brent fa -1,61% a 55,09 dollari al barile. L’oro sale dello 0,55% a 1.845 dollari l’oncia.
Sul fronte macro la settimana si è aperta con l’inflazione in Cina tornata a salire a dicembre (+0,2%) dopo il -0,5% a novembre, ai minimi dal 2009, oltre le attese Bloomberg che indicavano una inflazione nulla. Il rialzo è stato guidato dall’incremento dei prezzi dei beni alimentari, a partire dalla carne di maiale la cui quotazione è salita del 6,5%.
Tra gli altri spunti macro di giornata da monitorare in Europa la produzione industriale in Spagna e l’indice Sentix che misura la fiducia degli investitori nella zona euro per il mese di gennaio.
di: Maria Lucia PANUCCI
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