
Si diradano pian piano i nuvoloni sul futuro dell’economia statunitense ma è prematuro pensare ad una riduzione delle misure straordinarie messe in campo a causa del Covid
Non è ancora tempo di parlare di tapering, nonostante si cominci ad intravedere la luce in fondo al tunnel. Così il numero uno della Fed, Jerome Powell, nel corso della conferenza stampa di rito, ha messo a tacere alcuni voci che circolavano in merito, come per esempio le previsioni dell’agenzia di rating Moody’s (guarda qui).
Secondo il presidente è probabile che ci voglia un po’ di tempo prima che la soglia di ulteriori progressi sostanziali sia raggiunta e il tapering possa iniziare. Il significato del termine è semplice, per chi non lo conoscesse: parliamo di una riduzione delle misure straordinarie di politica monetaria messe in atto dalle banche centrali.
Lo scorso 28 aprile lo statement del FOMC, il Comitato di politica monetaria della banca centrale americana, ha confermato i tassi sui Fed funds ai minimi storici, in un range compreso fra lo zero e lo 0,25%, ed anche il piano di quantitative easing che proseguirà ad un ritmo di 120 miliardi di dollari al mese, di cui 80 miliardi in Treasuries e circa 40 mniliardi in ABS.
La Fed continua quindi a mantenere una politica monetaria accomodante e, al contempo, ha ribadito “l’impegno ad utilizzare la gamma completa di strumenti per sostenere l’economia degli Stati Uniti in questo momento difficile, promuovendo in tal modo i suoi obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/Drew Angerer / POOL
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