
Forse Draghi salirà al Quirinale per sciogliere la riserva tra domani e mercoledì mattina. Massimo riserbo sui nomi dei prossimi ministri
Dopo che anche Matteo Salvini e Beppe Grillo hanno detto sì a Mario Draghi (leggi qui), ora per il via libera definitivo bisognerà attendere fino a martedì sera, quando terminerà il secondo giro di consultazioni che parte oggi pomeriggio (guarda qui il calendario). L’obiettivo è quello di conquistare una maggioranza allargata.
Il premier uscente dal canto suo ha già fatto sapere che non prenderà parte al nuovo Esecutivo. «Non è il momento dell’auto-isolamento, non possiamo trascurare il bene del Paese – ha spiegato Conte in un’assemblea congiunta dei gruppi M5S. – Noi abbiamo una grande responsabilità verso il paese ma non dimentichiamo chi collabora lealmente e chi lo fa in modo irresponsabile: sappiamo chi ci ha voltato le spalle ed ora cerca di entrare per lucrare qualche vantaggio. Si cercherà di porre condizioni tali che alcuni soggetti non potranno più rimanere al tavolo. Ma noi, invece, al tavolo dobbiamo rimanere perché dobbiamo dare una prospettiva al paese e altre soluzioni diverse ora non ci sono». Ma lui, anche se Draghi lo chiamasse nella sua squadra, non ci sarà.
Dopo il secondo round di consultazioni al presidente Mattarella Draghi potrebbe riferire mercoledì o addirittura la sera prima, dopo i colloqui con i partiti. Nella migliore delle scalette, il successore di Giuseppe Conte e la sua squadra potrebbero giurare entro venerdì 12.
In merito ai nuovo ministri trapela molto poco. L’ex presidente della Bce si muoverà nel solco indicato dal Capo dello Stato: un governo di alto profilo ma sui nomi ancora rimane il riserbo più totale, come d’altronde è nel suo stile. Deciderà lui come comporre la sua squadra, che sia di soli tecnici oppure mista, con qualche nome anche politico, l’ipotesi che al momento rimane la più probabile. In questi giorni ha parlato esplicitamente a più interlocutori di puntare sulla competenza rispetto agli incarichi da coprire. Il premier incaricato seguirà comunque il dettato costituzionale, consegnando la lista solo nelle mani del Capo dello Stato.
Stando a quanto riferito dai partiti al termine del primo giro di consultazioni, in cima alle preoccupazioni del premier incaricato c’è il tema dell’emergenza sanitaria e della revisione del piano vaccinale oltre alla scadenza del blocco dei licenziamenti, fissata a fine marzo. Diversi partiti, in primo luogo Forza Italia e Italia viva, chiedono poi che sia riscritto il Recovery plan redatto dal governo Conte II. Ma del suo programma il banchiere parlerà proprio oggi ed i punti salienti saranno ribaditi anche negli incontri con le parti sociali che, presumibilmente, si terranno dopo la fine delle consultazioni con i partiti e la salita al Colle per sciogliere la riserva.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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