Dall’istituzione di Fondi dedicati alla ricerca alle novità strutturali per incentivare la produzione, fino alla creazione di un nuovo marchio bio italiano: ecco cosa contiene il decreto appena approvato
Ieri il Senato ha approvato in via definitiva il ddl Agricoltura (qui). Il decreto contiene una serie di disposizioni riguardanti la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico. Vediamo che cosa prevede l’impianto normativo.
Il provvedimento, in sostanza, annovera la produzione biologica fra le attività di interesse nazionale, riconoscendole una funzione sociale e ambientale. Anche per questo viene istituito un Tavolo tecnico per la produzione biologica. La legge introduce inoltre un marchio biologico italiano, da attribuire ai prodotti risultanti da una filiera biologica e realizzati con materie prime italiane.
Da un punto di vista economico, per sostenere l’agricoltura biologica sono stati istituiti due Piani d’azione nazionali, uno per la produzione e uno per le sementi.
Il decreto ha inoltre creato un fondo per lo sviluppo della produzione biologica, che sarà finanziato anche con un contributo annuale delle imprese autorizzate a immettere nel commercio prodotti fitosanitari considerati nocivi per l’ambiente, nella misura del 2% del fatturato dell’anno precedente.
Fra i prodotti soggetti al contributo sono annoverati anche quelli il cui codice indica un pericolo di inquinamento per l’ambiente acquatico. In aggiunta a questo, vengono introdotte delle sanzioni in caso di mancato pagamento del contributo.
L’impianto destina anche parte delle risorse del Cnr alla ricerca in campo biologico, oltre a indirizzare il 30% delle risorse del Fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica alla ricerca nel settore.
Quanto al Tavolo tecnico, questo organo dovrà delineare indirizzi e definire le priorità per il Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica, con pareri, attività di promozione e strategie per favorire la conversione delle aziende.
La norma prevede poi dei criteri più stringenti per la produzione biologica, la cui dicitura deve necessariamente implicare che non siano impiegati in alcun modo organismi geneticamente modificati. Come abbiamo detto, viene inoltre istituito il marchio biologico italiano che garantisce un’ulteriore garanzia di qualità.
Il disegno di legge ha incontrato anche alcune resistenze durante l’iter alla Camera; in particolare diversi esperti e scienziati avevano espresso delle perplessità sull’equiparazione fra l’agricoltura biodinamica e quella biologica, portando l’Aula a eliminare infine la tutela della prima.
L’impianto normativo, in generale, favorisce la conversione al biologico, in particolare per le piccole imprese agricole, oltre a rafforzare la filiera del biologico, protrarre iniziative di informazione ed educazione al consumo, favorire l’insediamento di nuove aziende nelle aree rurali montane e prevedere il consumo di prodotti biologici nelle mense pubbliche e private in regime di convenzione.
Infine il ddl promuove una serie di azioni volte a favorire, incentivare e formare consumatori e produttori sul tema, stimolando la costituzione di filiere con contratti di rete. L’impianto prevede anche la creazione di specifici percorsi formativi nelle università pubbliche e stimola la formazione professionale nel settore.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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