Il dato scende dai 50,4 punti di febbraio a quota 48,1 punti. Tutto questo a causa del Covid
In Cina l’attività manifatturiera conferma la fase di contrazione. A marzo l’indicatore Caixin Manufacturing PMI è scivolato in fase di contrazione, scendendo dai 50,4 punti di febbraio a quota 48,1 punti. Il dato è stato peggiore delle stime, in quanto inferiore ai 49,7 punti attesi dal consensus. Si tratta del valore minimo dal febbraio del 2020, quando la Cina era alle prese con la prima ondata di infezioni Covid.
Il dato è al di sotto della soglia critica dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e fase di espansione (valori al di sopra).
Si conferma quindi quanto messo in evidenza ieri dalla pubblicazione degli indici Pmi ufficiali, diramati dal governo di Pechino secondo cui l’attività manifatturiera è scesa a marzo a 49,5 punti dai 50,2 punti di febbraio, facendo peggio rispetto ai 49,9 punti attesi dal consensus.
Tutto questo perché la Cina sta facendo fronte all’ondata di infezioni Covid-19 più forte dagli inizi del 2020: diverse città sono finite in lockdown, come Shenzhen e Shanghai.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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