Secondo la Bce un rialzo permanente del 40% delle quotazioni potrebbe causare un declino di circa lo 0,8% del Pil potenziale dell’Eurozona nel medio termine
Lo shock petrolifero dovuto alla guerra in Ucraina preoccupa anche la Bce che lancia l’allarme. Nell’anticipazione di un’analisi contenuta nel Bollettino economico, in pubblicazione questo giovedì, l’istituto centrale spiega che nell’ipotesi di un rialzo permanente del 40% delle quotazioni, “potrebbe causare un declino di circa lo 0,8% del Pil potenziale dell’Eurozona nel medio termine”.
In particolare il modello prevede che ogni incremento dell’1% del costo del greggio vale un -0,02% di crescita potenziale in meno nel medio termine. Assumendo dunque un’impennata del 40% dei prezzi dell’oro nero nei prossimi quattro anni rispetto ai corsi registrati nel periodo 2017-2020, gli economisti dell’Eurotower concludono che l’impatto sull’attività economica potenziale dell’Eurozona sarebbe pari allo 0,8% nel periodo. Lo studio si basa su una previsione del prezzo del petrolio a 105,8 dollari a barile nel 2022 e poi in progressivo declino fino a 84,3 dollari nel 2024.
Un altro studio evidenzia che l’accumulazione di risparmio fra le famiglie europee durante la pandemia ha un effetto “limitato” nel mitigare lo shock energetico, dal momento che solo il 20% delle famiglie ha risparmiato di più, e l’aumento è concentrato fra i redditi più alti.