
Si preannuncia un settembre difficile per il mercato globale, tra crisi energetica e inflazione che non accenna a scendere
La Borsa di Wall Street apre la seduta di oggi in territorio negativo. A pochi minuti dall’avvio delle contrattazioni l’inidce Dow Jones lascia sul terreno lo 0,59% a 31.325 punti. Peggio il Nasdaq che segna -1,16% a 11.679 punti. Anche l’inidce S&P 500 apre in rosso registrando -0,77% a 3.924 punti.
Non si attenuano i timori sulla crescita, rafforzati dalle parole del presidente della Fed, Jerome Powell, sulla necessità di continuare ad alzare i tassi d’interesse per contrastare l’inflazione. Ieri, a tal proposito, ha parlato Loretta Mester, presidente della Federal Reserve di Cleveland, secondo cui «è troppo presto per dire che l’inflazione abbia toccato il picco»; per questo, si è detta «favorevole» a un aumento dei tassi d’interesse oltre il 4% all’inizio del 2023; al momento sono al 2,25-2,50%.
Intanto, l’agenzia di rating statunitense Moody’s ha tagliato le previsioni per la crescita dell’economia dei Paesi del G-20 al 2,5% nel 2022 e al 2,1% nel 2023, in ribasso rispettivamente dal 3,1% e dal 2,9% previsti in precedenza. Per le economie avanzate del G-20, previsti un +2,1% nel 2022 e un +1,1% nel 2023; per le economie emergenti, un +3,3% quest’anno e un +3,8% il prossimo anno.
In questo contesto giù anche le europee. Al giro di boa, Parigi cede l’1,36%, Francoforte arretra dell’1,32% e Londra perde l’1,30%. Giu’ anche Piazza Affari a -0,99%.
Prezzo del gas ancora in calo al Ttf di Amsterdam, dopo aver aperto a 243 euro al megawattora, le contrattazioni si sono spinte in ribasso fino a 223 per poi salire a 248. Attualmente i contratti vengono ceduti a 236 euro/MWh. Gli investitori, dunque, sembrano scommettere sul possibile arrivo di un price cap al livello europeo.
Prosegue la flessione dei prezzi del petrolio. Dopo la chiusura in rosso del terzo mese consecutivo le preoccupazioni per la recessione e le prospettive di indebolimento della domanda spingono i due benckmark petroliferi di riferimento oltre i due punti percentuali di perdita. I future sul Wti perdono ora il 2,56% a 87,26 dollari al barile, quelli sul Brent viaggiano a -2,62% a 93,13 dollari.
Per quanto riguarda i titoli, in un Ftse Mib sostanzialmente tutto in ribasso (nelle prime battute si salvava Cnh Industrial -1,02% e l’unico rialzo degno di nota è quello di Telecom Italia +1,16%), in coda finiscono ancora gli energetici, reduci da una seduta di forti ribassi in Italia e in Europa (Tenaris -0,18%, Interpump Group -2,82%, Eni -0,44%), con il calo dei prezzi del petrolio.
Sotto pressione i titoli del lusso (Moncler -1,72%), sulla scia della notizia che la città cinese di Chengdu sarà sottoposta a un nuovo lockdown. In altalena ormai da numerose sedute, i titoli del settore utility continuano a essere osservati speciali, mentre si discute delle misure per contenere gli effetti del picco dei prezzi. In coda Interpump Group -2,82%, Leonardo -2,57% ed Exor -2,12%.