
La due giorni che si apre oggi è fondamentale, anche perché fornirà una sintesi aggiornata delle nuove proiezioni economiche al 2025, incluso il famigerato “dot plot”
Prende il via oggi il meeting di politica monetaria della Fed, che si concluderà domani (nella serata italiana) con l’atteso annuncio dei prossimi rialzi dei tassi d’interesse.
Sarà poi il numero uno dell’istituto centrale Usa, Jerome Powell, a dare maggiori indicazioni sulle prossime mosse della banca nella consueta conferenza stampa finale. L’attenzione degli investitori sarà infatti puntata anche sulle nuove proiezioni economiche, che saranno pubblicate insieme alla decisione sui tassi.
Come riporta l’Agi, ad agosto i trader scommettevano su un aumento dei tassi di soli 50 punti base (0,50%) nella riunione di politica monetaria di settembre. Tuttavia, dopo il discorso da “falco” tenuto da Powell al simposio di Jackson Hole, dopo un altro solido rapporto sull’occupazione negli Usa e dopo i dati sull’inflazione più “caldi” del previsto, il mercato ha completamente escluso ogni possibilità di un semplice aumento di 50 punti e ha prezzato un rialzo da 75 e preso in considerazione persino un aumento di un punto percentuale pieno (numero impensabile solo a inizio mese).
Guardando oltre l’imminente rialzo, secondo diverse analisi la Federal Reserve potrebbe essere costretta ad aumentare i tassi più a lungo – forse nella prima metà del 2023 – piuttosto che sospendere l’attuale ciclo d’inasprimento alla fine di quest’anno.
Un mese fa i trader valutavano il tasso di interesse massimo per questo ciclo intorno al 4,00% a gennaio; ora parte del mercato prevede che i tassi raggiungeranno un picco più vicino al 4,50-4,75% nel secondo trimestre del 2023.
Anche Goldman Sachs, che ha tagliato le sue previsioni sul Pil Usa nel 2023 proprio in vista di un inasprimento della politica monetaria, scommette su un rialzo da 75 punti base domani, e poi su 50 punti a novembre e dicembre, con il tasso sui Fed Funds che raggiungerà un picco del 4-4,25% entro la fine dell’anno.
La due giorni che si apre oggi è fondamentale – e a dir poco attesa – anche perché fornirà una sintesi aggiornata delle nuove proiezioni economiche al 2025, incluso il famigerato “dot plot” delle aspettative sui tassi dei membri della Fed. Si tratta di un grafico a punti pubblicato su base trimestrale per sintetizzare le previsioni dei vari membri della banca centrale sulla traiettoria dei tassi d’interesse statunitensi.
I trader cercheranno di capire quando e dove il Fomc vedrà che questo ciclo d’inasprimento volge al termine. Infine, la banca centrale Usa sta ancora intensificando il programma di Quantitative Tightening (QT) per chiudere il suo bilancio, quindi qualsiasi commento su come Jerome Powell e Company vedono sviluppi in tal senso potrebbe muovere i mercati.