
Come previsto, mercati in calo, nel giorno in cui inizia l’attesa riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve
Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones perde 292,84 punti (-0,94%), lo S&P 500 cede 37 punti (-0,95%), il Nasdaq è in calo di 88,43 punti (-0,77%).
In Europa, le Borse estendono le perdite in una seduta altalenante Il Cac 40 di Parigi perde lo 0,90%, il Dax di Francoforte cede lo 0,81% e l’Ftse 100 di Londra lo 0,21%. A Paizza Affari l’Ftse Mib scende dello 0,83%. L’euro resta sulla parità con il dollaro con cui scambia a 1,0003.
Come previsto, mercati in calo, nel giorno in cui inizia l’attesa riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve. Domani, la Banca centrale statunitense dovrebbe alzare i tassi d’interesse di 75 punti base per la terza volta consecutiva per contrastare l’inflazione, ma non è da escludere un aumento di un punto percentuale.
Questa settimana, inoltre, sono attese anche le decisioni delle autorità monetarie di Giappone, Svizzera, Norvegia e Regno Unito, oltre che delle Banche centrali di una serie di mercati emergenti, come Filippine, Indonesia e Turchia.
La prima, intanto, è stata la Svezia: la sua Banca centrale ha alzato il tasso di interesse principale di un intero punto, all’1,75%, perchè “l’inflazione è troppo alta”, ai massimi di oltre 30 anni. Anche il presidente Joe Biden ha dichiarato che ci vorranno più tempo e determinazione per far scendere l’inflazione.
Il Brent ora perde lo 0,60% a 91,45 dollari mentre il WTI cede lo 0,85%, e passa di mano a 85 dollari. Gli investitori temono che l’ulteriore rialzo dei tassi americani possa accentuare la fase di recessione e frenare la domanda. Dopo una partenza in ribasso, il prezzo del gas è tornato a salire: ad Amsterdam, il listino di riferimento per l’Europa, il metano passa di mano a 188 euro al megawattora, in aumento del 3% rispetto alla chiusura di ieri.
A Piazza Affari vanno male tutti i titoli del risparmio gestito e in particolare quelli di Banca Generali (-5,1%), nel giorno in cui la società ha siglato un accordo con l’Agenzia delle Entrate. Banca Mediolanum arretra del 3,35%, Azimut dell’1,7% e Fineco del 2,17%. Sono deboli anche le azioni delle banche, fatta eccezione di Bper che sale dello 0,2%. Unicredit, dopo un avvio tonico, argina le perdite a mezzo punto percentuale nel giorno in cui l’ad, Andrea Orcel, ha aperto alla possibilità di acquisizioni in Germania. Tra le società a maggiore capitalizzazione si salvano dalle vendite le Eni (+0,18%), le Pirelli (+0,7%), le Nexi (+0,37%) e le Moncler (+0,45%). Riducono i danni allo 0,5% le Stellantis.