
Le richieste di sussidi sono ancora in calo e alimentano la paura di una Federal Reserve ancora molto aggressiva sui tassi d’interesse
Apertura in calo a Wall Street, in scia alla seduta di ieri. Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones perde 181,09 punti (-0,54%), lo S&P 500 cede 18,80 punti (-0,48%), il Nasdaq Composite è in ribasso di 52,76 punti (-0,48%). Il petrolio Wti al Nymex sale dello 0,34% a 79,75 dollari al barile.
L’ottimismo per il rallentamento dell’inflazione, ieri, ha lasciato spazio ai rinnovati timori di recessione, alimentati dal netto calo delle vendite al dettaglio a dicembre (-1,1%) e della produzione industriale (-0,7%).
Oggi, le nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione sono scese di 15.000 unità a 190.000, contro stime a 215.000; il mercato del lavoro, quindi, si dimostra ancora molto forte, alimentando la paura degli investitori di una Federal Reserve ancora molto aggressiva sui tassi d’interesse.
Ieri, tre presidenti regionali della Fed hanno confermato la necessità per la Banca centrale di continuare ad alzare i tassi d’interesse con l’attuale passo. Il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard ha ribadito che i tassi d’interesse devono salire “al più presto” al 5% e poi seguire l’andamento dei dati macroeconomici, prevedendo poi che debbano salire fino al 5,25%-5,50% nel corso dell’anno. L’inflazione “probabilmente diminuirà nel 2023, ma non come previsto dai mercati finanziari”, ha aggiunto.
Al momento, i tassi d’interesse sono al 4,25%-4,50%; la prossima riunione della Fed sarà tra due settimane: probabile un rialzo di 25 o 50 punti base.
A confermare i timori, le parole dell’amministratore delegato di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, che ha detto di credere che i tassi d’interesse supereranno il 5%. “Credo che ci sia molta inflazione sottostante, che non andrà via così velocemente“, ha detto, parlando alla Cnbc dal World Economic Forum di Davos, in Svizzera.
Sull’azionario, il titolo di Procter & Gamble perde lo 0,75% dopo i primi minuti di scambi ed è tra i peggiori sul Dow Jones, dopo la pubblicazione della trimestrale nel premercato.
Il colosso dei beni di consumo, nei tre mesi al 31 dicembre, ha registrato un utile adjusted di 1,59 dollari per azione, in linea con le attese, su ricavi in calo dell’1% a 20,77 miliardi di dollari, con il consensus a 20,73 miliardi.
Dopo aver aumentato i prezzi del 10%, Procter & Gamble ha registrato volumi di vendita inferiori del 6%, il maggior calo trimestrale degli ultimi anni, con cali delle vendite in ognuno dei cinque settori aziendali. Nel complesso, P&G ha registrato un utile netto di 3,93 miliardi di dollari, in calo del 7% rispetto allo stesso trimestre del 2021.