
Dopo un iniziale ottimismo arrivato con le prime rassicurazioni di Powell la situazione cambia. E anche velocemente
Nonostante le rassicurazioni del governatore della Federal Reserve Jerome Powell sulla tenuta del sistema bancario e sul fatto che i rialzi dei tassi potrebbero essere giunti alla fine, i mercati statunitensi, dopo una forte volatilità registrata immediatamente dopo le prime parole i Powell, hanno deciso di virare decisamente al ribasso verso il finale di seduta.
Il suono della campanella ha visto i tre maggiori indici statunitensi chiudere tutti con il segno meno. Infatti l’S&P 500 chiude in passivo dell’1,63%, il Dow arriva a -1,63% e il Nasdaq a -1,6%.
L’impegno di Powell e della Fed a “monitorare attentamente le condizioni del sistema bancario, pronta a utilizzare tutti gli strumenti necessari per garantirne la sicurezza” e soprattutto a lavorare per evitare che episodi come questo possano accadere di nuovo” è suonato come un possibile campanello d’allarme che ha portato in calo tutti i più grandi rappresentanti del sistema finanziario. Da Goldman Sachs a Citigroup passando per JpMorgan. In perdita anche First Republic.
L’impatto, poi, è risultato evidente nell’ammissione del fatto che “i recenti sviluppi si traducano in condizioni di credito più restrittive per le famiglie e le imprese e pesino sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. L’entità di questi effetti è incerta. Il Comitato rimane molto attento ai rischi di inflazione”.
La crisi bancaria di fatto viene riconosciuta e la prova ne è appunto la frase presente nel comunicato.
In rafforzamento l’euro sul dollaro in salita anche le quotazioni dell’oro.
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