
Se il dato sull’inflazione aveva regalato ottimismo, le minute della Fed portano dubbi e timori per una possibile “lieve recessione”
Decisamente volatile Wall Street che, dopo un’apertura sulle ali dell’ottimismo per un report sull’inflazione che faceva sperare in una svolta, chiude con tutti e tre gli indici in passivo. Al suono della campanella infatti, l’S&P 500 si fa trovare in calo dello 0,4%, il Dow Jones perde lo 0,11% e il Nasdaq cede lo 0,85%.
A pesare sull’evoluzione negativa sono stati i verbali della Federal Reserve, per la precisione della riunione svoltasi tra il 21 e il 22 marzo, nei quali è chiaramente delineato il timore di un possibile rischio recessione derivante dalla crisi bancaria e dalla possibile contrazione dei prestiti. Anche per questo motivo, si legge nelle minute, i partecipanti avrebbero preso in considerazione di sospendere la serie di rialzo dei tassi.
I rappresentanti della Fed hanno anche valutato le potenziali ricadute dello stress del settore bancario direttamente sull’economia prevedendo una “lieve recessione” che inizierà entro la fine dell’anno, con una ripresa prevista per il 2024-2025, secondo i verbali.
Da segnalare anche un progressivo indebolimento del dollaro nei confronti dell’euro mentre l’oro continua ad orbitare oltre area 2mila dollari.
Sotto i riflettori il titolo Walmart a causa della chiusura di altri negozi, quasi tutti nelle grandi aree urbani: troppo bassi i guadagni a fronte di costi troppo alti.
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