
I mercati sotto pressione dopo le parole di ieri di Jerome Powell e gli ultimi dati macro
Calo, anche piuttosto consistente, degli indici statunitensi nella giornata successiva a quella della riunione della Federal Reserve e, soprattutto, delle ultime decisioni della Banca centrale. Qualche minuto dopo l’avvio delle contrattazioni, infatti, l’S&P 500 perde lo 0,84%, il Dow lo 0,7% e il Nasdaq sfiorava il -0,9%.
La situazione non è molto differente in Europa dove, dopo il nulla di fatto della BoE, il Ftse Mib italiano vede, proprio mentre apre Wall Street, un -1,6% accompagnato dal -1,5% del Cac 40 e dal -1,2% del Dax. In perdita anche il Ftse 100 ma con un saldo parziale meno impattante che si ferma a -0,09%.
Un quadro che nasce da uno sfondo caratterizzato da banche centrali ancora aggressive come, ad esempio, la banca centrale norvegese, quella turca e quella svedese mentre anche la BCE potrebbe non escludere nuove strette già ad ottobre.
In tutto questo il rendimento del decennale è arrivato a toccare il 4,48%, il livello più alto in oltre 15 anni. A dare l’ultima spinta è stato anche il report settimanale delle richieste di disoccupazione che mostra un mercato del lavoro ancora forte e che perciò potrebbe incoraggiare la Fed a rimanere in modalità rialzista. In aumento anche il rendimento del biennale a 5,19% .
Sotto i fari degli operatori ci saranno, a causa di tassi che permangono alti nonostante la pausa della Fed, titoli come Tesla, Alphabet, Meta, Cisco e Nvidia dal momento che il settore tecnologico sembra essere il più sensibile ad un ambiente di tassi alti.
Da segnalare Fedex in controtendenza rispetto al trend negativo, guadagnando soprattutto grazie ai numeri pubblicati ieri.
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