
Evergrande, con i suoi 300 miliardi di debiti, non riesce a portare avanti il complesso piano di ristrutturazione a causa di un’indagine in corso sulla sua principale controllata, Hengda Real Estate Group Co Ltd
Nuovo crollo in Borsa per Evergrande che ad Hong Kon perde il 25,45% dopo aver dichiarato che Hengda Real Estate Group, la sua principale controllata domestica, “non è stata in grado di soddisfare i requisiti per l’emissione di nuovi bond“.
L’unità di Evergrande era stata indagata dall’autorità cinese di regolamentazione dei titoli per sospetta violazione della divulgazione di informazioni.
Alla fine di luglio i debiti non pagati di Hengda Real Estate erano circa 277,5 miliardi di yuan (38 miliardi di dollari), con 1.931 le cause legali pendenti.
«Si consiglia ai possessori di titoli della società e ai potenziali investitori della società di prestare cautela quando si negoziano i titoli della società», ha detto Hui Ka Yan, presidente del China Evergrande Group, nella dichiarazione alla Borsa di Hong Kong.
Con oltre 300 miliardi di dollari di passività totali, compreso il debito offshore, Evergrande è stata al centro di una crisi del debito immobiliare. Il 22 marzo scorso ha annunciato piani per la ristrutturazione di 22,7 miliardi di dollari di debito offshore.
Nell’ambito del piano Evergrande ha proposto opzioni ai creditori esteri (offshore), incluso lo scambio delle attuali posizioni debitorie con nuovi titoli da scadenze comprese tra 10 e 12 anni. Ma in maniera inattesa il colosso immobiliare ha dichiarato di non essere in grado di emettere nuovo debito a causa appunto di un’indagine in corso sulla sua principale controllata, Hengda Real Estate Group Co Ltd. «Il piano di ristrutturazione del debito è ora bloccato e non può andare oltre – ha commentato a Reuters Steven Leung, direttore delle vendite di UOB Kay Hian a Hong Kong. – Anche altre opzioni, come la conversione del debito in azioni di altre società controllate quotate non sono ritenute praticabili al momento».
Il real estate è un settore strategico che incide attorno al 28% del Pil cinese.
FOTO: ANSA
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