
Nonostante i dati sul lavoro, che potrebbero far pensare ad un ulteriore rialzo dei tassi, il mercato è stato positivo
Chiusura in rialzo per Wall Street che, dopo una partenza complicata, ha progressivamente guadagnato terreno sostenuta dal rallentamento della crescita dei salari orari a settembre.
Il Dow Jones è salito dello 0,87% a 33.407 punti, l’S&P 500 dell’1,16% a 4.307 e il Nasdaq dell’1,60% a 13.431.
L’economia statunitense ha creato il mese scorso 336.000 nuovi posti di lavoro, ben oltre i 170.000 attesi dal mercato. Ma la crescita della retribuzione oraria media è inaspettatamente rallentata allo 0,2% nel mese e al 4,2% su base annua, attenuando i timori di un surriscaldamento del mercaè del lavoro. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 3,8%, contro il 3,7% previsto dagli analisti.
“L’aspetto positivo è che non abbiamo assistito a un forte aumento dei salari, perché in ultima analisi è questo che influisce sui costi e fa salire l’inflazione“, ha dichiarato Randy Krozner, ex governatore della Fed. Un nuovo rialzo dei tassi a dicembre sembra comunque sempre più probabile, come testimonia anche il rendimento dei Treasury: il tasso del decennale è salito di 6,5 punti base al 4,779% dopo aver toccato un massimo del 4,892%, mentre quello del biennale è aumentato di 6,3 punti base al 5,088% dopo aver raggiunto un picco del 5,151%.
A trainare il rialzo sono stati i titoli tecnologici. Apple è cresciuta dell’1,48%, Alphabet dell’1,86%, Meta del 3,49% e Microsoft del 2,47%.
Forti acquisti anche sui produttori di chip, nonostante il rischio di ulteriori divieti statunitensi sulle esportazioni in Cina di semiconduttori abilitanti l’intelligenza artificiale e delle relative apparecchiature. Nvidia ha guadagnato il 2,40%, Marvell il 2,82% e Arm il 2,99%.
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