Ed Yardeni, Presidente di Yardeni Research, afferma che la Federal Reserve ha finito di tagliare i tassi per quest’anno e si aspetta che gli utili raggiungano un livello record nel terzo trimestre. Un parere che sembra essere condiviso con gran parte degli analisti i quali, dopo la pubblicazione dei dati sulle buste paga non agricole della settimana scorsa e del tasso di disoccupazione, nel frattempo sceso al 4,1% considerano inutile una corsa ad abbassare i tassi di interesse da parte della banca centrale USA: Tra questi
David Roche, fondatore e stratega di Quantum Strategy, ha affermato che i dati fanno sembrare “assurdo, populista e allarmante” il taglio drastico dei tassi di interesse della Fed. Da qui le probabilità di un taglio di 50 punti base che sono crollate allo 0%, mentre una settimana fa sfioravano il 35%.
Quindi nessuna sorpresa a meno che la situazione in Medio Oriente non degeneri in maniera repentina.
“Tagliando drasticamente all’inizio”, ha detto Roche, la banca centrale ha creato l’impressione che ci saranno “altri tagli enormi del 50%”, che potrebbero causare “instabilità del mercato quando il mercato si sveglierà e si renderà conto di questo fatto”.
Bob Parker, consulente senior dell’International Capital Markets Association, concorda con Roche sul fatto che “non ci sono affatto motivi per cui la Fed debba effettuare tagli aggressivi”.
“Torniamo a due punti fondamentali. In primo luogo, la probabilità che l’economia americana entri in recessione, almeno nel quarto trimestre di quest’anno e probabilmente nel primo trimestre dell’anno prossimo, è vicina allo zero. E l’inflazione headline e core resteranno al di sopra dell’obiettivo della Fed del 2%, quindi il caso per tagli aggressivi dei tassi [non c’è]”, ha detto.
“Sì, ci sono argomenti per modesti tagli dei tassi, ci sono argomenti per tagli da 25 a 50 punti base entro gennaio del prossimo anno, ma non esiste alcun argomento per un taglio di 50 punti base alla prossima riunione”, ha affermato Parker.