Oggi il Cdm per approvare il Dl Rilancio
Il tanto spinoso accordo sui migranti che spaccava la maggioranza alla fine si è trovato così come la quadra sulle coperture delle misure economiche. Questo apre finalmente la strada all’approdo del decreto Rilancio in Consiglio dei ministri. L’intesa si è raggiunta nella notte e la riunione, dopo essere slittata per giorni, dovrebbe tenersi proprio oggi. “Oggi il Consiglio dei ministri approverà il decreto. E’ un provvedimento molto complesso che vale 55 miliardi di euro, con oltre 200 articoli. Dobbiamo rispondere alla crisi più grave dal dopoguerra con misure eccezionali“, ha affermato il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, in un’intervista a Radio Anch’io Rai Radio 1.
10 miliardi saranno destinati per la Cig, 4 miliardi per il taglio dell’Irap e 6 miliardi per le pmi, 2 miliardi per l’adeguamento di negozi e attività produttive alle norme anti covid, altri due miliardi per misure fiscali, 2,5 miliardi per il turismo e la cultura, 5 per sanità e sicurezza.
Il ministero dell’Economia Gualtieri assicura che “tutti i nodi sono stati sciolti ed è in corso la predisposizione del testo finale del decreto Rilancio, che recepisce tutte le modifiche tecniche concordate al pre-consiglio“. Essendo sospeso il Patto di Stabilità Ue ed avendo il Parlamento già votato in due tranche uno scostamento complessivo di 80 miliardi di euro, il ministero precisa che “non c’è alcun problema di coperture riguardo al decreto stesso“.
Tra le norme, che verranno inserite nel decreto legge, c’è l’aumento al 110% dell’ecobonus e del sismabonus per le ristrutturazioni edilizie. I cittadini potranno cedere il credito d’imposta alle imprese e quindi si potranno fare determinati lavori in casa senza sborsare un euro. Per le imprese ci saranno diverse modalità di aiuto: per le aziende più piccole sarà possibile anche il finanziamento a fondo perduto.
Il dl Rilancio avrà anche uno stop all’Iva sulle mascherine e verranno cancellati gli aumenti della suddetta imposta previsti per il 2021 (leggi qui le polemiche sulle mascherine).
Sul dossier della regolarizzazione dei migranti, dopo due giorni di strappi e tensioni, e dopo un invito del premier Giuseppe Conte a rimettersi attorno a un tavolo per trovare la quadra, il capo politico del M5S Vito Crimi ha annunciato, intorno alla mezzanotte, un accordo “soddisfacente che mette al centro il lavoro regolare”. Poco prima Luigi Di Maio aveva diffuso una nota per dichiarare fiducia a Crimi e al Governo e la volontà di portare il decreto in Cdm al più presto. È stato l’atteso segnale di distensione. E dal Pd Peppe Provenzano ha confermato all’unisono con Crimi l’intesa che, specifica, riguarderà braccianti, colf e badanti, anche italiani: “Non è una questione di bandierine ma di diritti“, aggiunge. L’impianto resta sostanzialmente invariato con i due binari definiti dal Viminale per l’emersione del lavoro in nero e i permessi di soggiorno temporaneo ai lavoratori stranieri. Arrivano però le rassicurazioni attese dal M5s con alcune modifiche, a partire da una precisazione ulteriore delle norme per escludere dalla sanatoria i datori di lavoro condannati per caporalato o reati come lo sfruttamento di prostituzione e immigrazione clandestina.
di: Maria Lucia PANUCCI