Per la prima volta l’Europa ha chiesto agli stati membri leggi precise sugli stage
Il Parlamento Europeo lo scorso ottobre si è espresso su una condizione sempre più dilagante negli Stati Membri e ha promosso una risoluzione sulle garanzie per i giovani. Nello specificano si tratta di una serie di direttive circa le leggi che regolano le forme di lavoro meno tutelate, quelle di stage, apprendistati e tirocini.
Nel territorio dell’Unione Europea il 17,6% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è disoccupato. In Italia la percentuale cresce fino a raggiungere il 32,1% secondo le stime di Istat. Il 19,4% dei giovani tra i 15 e i 24 anni sono inattivi: non studiano, non si stanno formando e non cercano nemmeno lavoro.
Le percentuali sui tirocini aggravano una situazione già delicata: secondo i dati raccolti da ISFOL e Repubblica degli Stagisti, i tirocini non retribuiti in Italia sono il 52%: più della metà. Se è vero che i tirocini curriculari, quelli fatti all’interno di un percorso di studio spesso universitario, sono pagati in termini di formazione, esiste tutto un altro mondo in cui i tirocini non sono altro che contratti a basso costo: buoni per le percentuali dell’occupazione ma privi di cautele, garanzie e, soprattutto, niente affatto formativi.
Con la nuova Risoluzione europea, il Parlamento ha chiesto alla Commissione e agli Stati Membri di promuovere leggi che garantiscano uno stipendio e un piano formativo preciso per stage, tirocini e apprendistati.
Benché non si tratti ancora di una legge, e quindi di un obbligo per i Paesi che ricevono le direttive, è un primo passo per disciplinare una pratica che sfrutta i giovani, laureati o meno, e li disillude facendogli credere che il loro lavoro non valga abbastanza da essere pagato.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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