
Nel mese di gennaio sono stati creati appena 49.000 nuovi posti di lavoro, al di sotto dei 50.000 attesi dal consensus
Wall Street è orientata a concludere la migliore settimana dallo scorso novembre. Nei primi minuti di contrattazione il Dow Jones è balzato del 3,6%, lo S&P 500 del 4,2%, il Nasdaq del 5,4%.
La febbre sui meme stocks (i titoli di società che salgono repentinamente in virtù di un’azione coordinata attraverso social network lanciata da gruppi di trader retail) si è pian piano spenta, come hanno dimostrato i sell off su GameStop, volata nel mese di gennaio fino a +1,500%, e arrivata proprio grazie alla carica dei retail trader a toccare la capitalizzazione record di $30 miliardi. Capitalizzazione record che è decisamente crollata, se si considera che il valore di mercato della catena di negozi che vendono video game ora vale appena $3,7 miliardi. Il tonfo prosegue anche oggi: GameStop tracolla di oltre -40%, portando la perdita settimanale a una percentuale superiore a -80%, nonostante la decisione di Robinhood di ritirare le restrizioni imposte sul trading dei suoi titoli.
Detto questo, dal fronte macro non arrivano certo notizie positive. E’ stato diffuso oggi il report occupazionale Usa che ha messo in evidenza come, nel mese di gennaio, siano stati creati appena 49.000 nuovi posti di lavoro, al di sotto dei 50.000 attesi dal consensus- Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3%, facendo invece meglio del 6,7% atteso. I numeri di dicembre sono stati rivisti però pesantemente al ribasso: nel mese sono stati persi infatti 227.000 posti di lavoro, molti di più rispetto alla perdita di 140.000 inizialmente comunicata. Eppure proprio la cattiva notizia rinfocola le speranze sull’arrivo di un bazooka targato Joe Biden, che ha promesso un nuovo round di stimoli economici fino a $1,9 trilioni. Soprattutto dopo l’approvazione anche al Senato del budget resolution (guarda qui).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA
Ti potrebbe interessare anche: