
Il 60% degli studenti nostrani descrive la gestione del proprio budget come “cauta”
Le conseguenze della pandemia hanno comportato un certo scombussolamento nella gestione dei piccoli e grandi problemi finanziari dei giovani di tutto il continente.
Uno studio compiuto dalla mobile bank N26 ci restituisce l’immagine di una generazione di risparmiatori coalizzati, pronti a fare fronte comune per affrontare la spesa costituita non solo da bollette (il 74% del campione) e da abbonamenti Internet (il 70%) ma anche – seppur in misura minore – dai più semplici generi alimentari (il 60%).
Una buona metà di loro, più precisamente il 55%, conferma il proprio status di nativi digitali ricorrendo ad apposite applicazioni deputate all’amministrazione dei conti, in particolare N26, Paypal e Bizum.
Entrando nello specifico italiano l’ambito accademico ha inciso non poco: il 50% degli studenti si è ritrovato costretto ad abbandonare la sede del proprio trasferimento o a tornare tra le braccia di mamma, mentre poco più di un quarto (il 27%) non ha avuto altra scelta che continuare a pagare l’affitto.
È una percentuale che quasi coincide con il numero di ragazze e ragazzi che affronta con ansia la propria situazione finanziaria, mentre si sfonda il 33% se si considera come preoccupazione di base l’assenza di risparmi sufficienti per far fronte alle spese quotidiane: il quadro di insieme, quindi, ci rivela che il 60% degli interpellati adotta un atteggiamento “cauto” nei confronti delle proprie risorse a disposizione.
Quando ci si rivolge alla propria famiglia? Principalmente per le cose più indispensabili, come la propria rete telefonica fissa (24%), le tasse universitarie (33%) e il supermercato (27%), mentre si fa riferimento alle proprie finanze soprattutto per quanto concerne gli svaghi, serate in compagnia, viaggi, abbonamenti TV e palestre su tutto.
di: Andrea BOSCO
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
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