Focus sulla fiducia della zona euro. Continua la stagione delle trimestrali
Avvio prudente in avvio per le Borse europee dopo il terzo giorno consecutivo di chiusura negativa per Wall Street (Dow Jones -0,02%, Nasdaq -1,40% e S&P -0,54%) a causa della conferma del rialzo imminente dei tassi da parte della Fed (guarda qui). Nei primi minuti di contrattazione l’indice Ftse 100 cede lo 0,22%, mentre il Cac40 di Parigi segna un +0,28% e il Dax lascia sul terreno lo 0,75%.
Partenza poco mossa per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib, reduce dal quasi +1% della vigilia, segna -0,12% a quota 26.850 punti. Riflettori su Unicredit (+1,25% a 13,94 euro) che ha aperto la stagione degli utili delle banche italiane (ecco qui). Bene Leonardo (+3,09% a 6,59 euro) che prevede di chiudere l’anno con ordini, ricavi ed Ebita nella parte alta della guidance con un Focf pari a circa 200 milioni di euro, circa il doppio rispetto alla guidance originale. Tra i segni meno si segnalano Stellantis a -1,3% e Stm a -1,2%.
Oggi i future di Wall Street (Dow Jones +0,52%, Nasdaq +1,25% e S&P +0,69%) sono positivi, trainati dai buoni conti di Apple (leggi qui). Bene la Borsa di Tokyo (Nikkei +2,09%), mentre sono in rosso Shanghai (-0,65%) e Hong Kong (-0,74%).
Il petrolio è in rialzo: il Brent fa +0,47% a 89,76 dollari al barile e il Wti segna un aumento dello 0,65% a 87,17 dollari al barile. L’oro dopo la conferma della politica restrittiva della Fed si appresta a chiudere con il maggior calo settimanale delle ultime dieci settimane (-2%) e al momento anche se guadagna un marginale 0,17% resta sotto i 1.800 dollari l’oncia (1.796 dollari l’oncia) l’1,04% a 1.810 dollari l’oncia. Nel valutario il dollaro continua a rafforzarsi dopo la Fed rispetto all’euro: il cambio euro-dollaro è a 1,114, +0,01%, il dollaro/yen è a 115,46, +0,11% e il cross tra sterlina e dollaro è a 1,34, +0,11%.
Oggi il focus è sull’indice di fiducia dei consumatori e delle imprese manifatturiere di gennaio e sui prezzi alla produzione di dicembre in Italia. Poi dalla zona euro arriverà l’indice di fiducia economica, delle imprese, dei servizi e dei consumatori di gennaio. Gli Usa a seguire comunicheranno gli aggiornamenti sul deflatore dei consumi, spese per consumi e redditi personali di dicembre, poi sarà la volta dell’indice di fiducia dei consumatori Michigan di gennaio finale.
di: Maria Lucia PANUCCI
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