Nel rapporto della Fondazione Di Vittorio, emerge che il tasso di mancata partecipazione al lavoro sfiora il 20%
Oltre 9 milioni di italiani sono in seria difficoltà con il lavoro. È quanto rileva un rapporto di Cgil e Fondazione Di Vittorio (Fdv) sul disagio occupazionale e la disoccupazione sostanziale nel 2021, basato sui dati dell’Istat.
Il tasso di mancata partecipazione al lavoro, stima l’istituto di statistica, si attesta attorno al 19,3%. L’Istat calcola la quantità di persone che si dichiarano disoccupate in oltre 5 milioni. La stima Cgil-Fdv è prudenziale: 4,3 milioni di persone in disoccupazione sostanziale, che arriva a una percentuale del 16% a fronte di un tasso di disoccupazione ufficiale del 9,5%.
«Questo dato – dice Fulvio Fammoni, presidente della fondazione – renderebbe la situazione italiana omogenea e comparabile con gli altri paesi d’Europa. Ma anche tra chi lavora è in forte crescita un’area di disagio che progressivamente alimenta il bacino del lavoro povero, legata all’aumento al tempo determinato involontario e ai conseguenti vuoti di attività, al part time involontario, agli occupati sospesi. Vale a dire gli assenti dal lavoro per un periodo pari o inferiore a tre mesi perché in Cig o per mancanza di lavoro-ridotta attività».
In quest’area attualmente sono ricomprese oltre 4,8 milioni di persone. In sostanza 9,1 milioni di cittadini hanno problemi rilevanti con il lavoro perché disoccupati, impediti da fattori oggettivi nella ricerca di occupazione o non soddisfatti della propria condizione lavorativa.
«Un dato altissimo che testimonia come la situazione del lavoro in Italia sia molto difficile e in via di ulteriore deterioramento – aggiunge Fammoni – servono iniziative concrete per modificare la situazione attuale fatta di troppa precarietà, troppo lavoro povero, troppe barriere per la ricerca di occupazione a chi vorrebbe lavorare».