
Dopo il rialzo di 75 punti percentuali, ampliamente previsto, ora si temono ulteriori rialzi. In questo contesto bene i bancari
Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones guadagna 12,62 punti (+0,04%), lo S&P 500 scende di 2,46 punti (-0,06%), il Nasdaq Composite è in ribasso di 26,43 punti (-0,24%).
Apertura piatta a Wall Street, dopo un premercato piuttosto volatile. Ieri, seduta in netto calo, dopo che la Federal Reserve ha confermato che andrà avanti con decisi rialzi dei tassi di interesse finché l’inflazione non sarà sotto controllo. La Banca centrale statunitense, ieri, ha annunciato un aumento dei tassi d’interesse di 75 punti base al 3-3,25%, livello che non veniva raggiunto dal 2008.
Si è trattato del quinto rialzo dei tassi consecutivo, il terzo di fila da 75 punti base. Ancor più del rialzo di ieri, era atteso il “dot plot”, il grafico che registra, ogni tre mesi, le previsioni dei banchieri della Fed, da cui emerge un atteggiamento aggressivo per contrastare l’inflazione, che fa temere lo scoppio di una recessione: la previsione è ora che i tassi d’interesse raggiungeranno il 4,4% (valore mediano) alla fine del 2022, mentre a giugno era previsto un rialzo al 3,4%.
Per quanto riguarda gli anni successivi, previsti tassi al 4,6% alla fine del 2023 e poi una progressiva riduzione: al 3,9% alla fine del 2024, al 2,9% alla fine del 2025 e al 2,5% nel lungo periodo. Secondo il dot plot, l’inflazione sarà al 5,4% alla fine dell’anno, ma in deciso calo negli anni successivi: al 2,8% nel 2023, al 2,3% nel 2024 e al 2% nel 2025, in linea con gli obiettivi della Fed.
Intanto, il mercato del lavoro si conferma forte, con le nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione aumentate solo di 5.000 unità a 213.000 – dopo cinque cali consecutivi – un numero vicino ai minimi da maggio.
Il petrolio Wti al Nymex sale del 3,47% a 85,82 dollari al barile, con la preoccupazione per le forniture invernali che ha preso il sopravvento sul timore di una recessione. Poco mossi i prezzi del gas naturale, con i contratti ottobre a 190 euro al megawattora (+0,11%) ad Amsterdam. Sul fronte dei cambi l’euro vale 0,9808 dollari (0,9818 in avvio, da 0,9986 alla vigilia), mentre lo yen ha toccato i minimi in 24 anni sul biglietto verde.
Nella settimana delle Banche centrali, da annotare che la Bank of England ha alzato i tassi di 50 punti base, portandoli al 2,25%, e la Svizzera di 75 punti base, mettendo fine a oltre sette anni di tassi negativi.
Proseguono i rialzi dei rendimenti dei titoli del Tesoro, con quello a due anni ai massimi dal 2007 e un’inversione della curva sempre piu’ accentuata. Sull’azionario, da notare il +2,3% di Salesforce, il titolo migliore sul Dow Jones. Tra gli undici settori, solo tre in positivo, a partire dall’energetico (+1,8%).
A metà seduta le Borse europee proseguono con cali inferiori a un punto. Parigi cede lo 0,7%, Francoforte lo 0,62%, Madrid lo 0,38%, Amsterdam lo 0,56% e Londra lo 0,23%, dopo che la Bank of England ha alzato i tassi di 50 punti base al 2,25%. Piazza Affari (+0,1%) regge attorno alla parità: è sostenuta in particolare dall’accelerata di UniCredit, +6,18% dopo le parole del Ceo Orcel su una prossima revisione al rialzo delle guidance. Bene anche le altre banche (Bper +4,11%, Banco Bpm +3,57%, Intesa Sanpaolo +2,48%) che, come tutto il comparto, beneficiano della prospettiva di nuove strette sui tassi di interesse.