L’oscillazione del prezzo dell’oro, legato a quello del dollaro, rende il metallo prezioso sempre meno sicuro e conveniente
Il metallo prezioso per eccellenza, l’oro, sta perdendo il suo ruolo di “bene rifugio”. Nonostante fosse ritenuto il bene più sicuro nel quale investire in momenti di crisi, con lo scoppio della guerra in Ucraina l’oro ha intrapreso una tipica spirale da risk off, arrivando a oltrepassare la soglia dei duemila dollari l’oncia. Un valore che aveva superato solo nel pieno della pandemia da Covid 19.
A incidere sul costo sempre più alto di questo bene è anche la sua denominazione in dollari. Con la moneta statunitense che ha visto aumentare il suo valore del 16%, anche come risultato dei vari aumenti dei tassi, l’ultimo dei quali di tre quarti di punto percentuale, anche acquistare l’oro è dunque più costoso per investitori stranieri, europei o asiatici.
Una dinamica che finisce per spingere i prezzi dell’oro al ribasso, data la contrazione della domanda estera, e che ha portato l’oro a un crollo di oltre il 20% negli ultimi mesi.