
È stato il primo anno negativo dopo tre consecutivi in rialzo: il peggiore dalla crisi finanziaria provocata dai mutui subprime
L’ultima settimana del 2022 comincia oggi a Wall Street con la paura che il prossimo possa essere un anno di recessione, negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Lo riferisce Radiocor.
Gli indici registreranno il primo anno negativo dopo tre consecutivi in rialzo e probabilmente il 2022 sarà archiviato come il peggiore dal 2008, anno della crisi finanziaria provocata dai mutui subprime.
La scorsa settimana è stata la terza consecutiva in calo per S&P 500 e Nasdaq Composite: il Pil migliore delle attese e il dato dei sussidi di disoccupazione più basso del previsto hanno confermato che l’economia statunitense può sostenere la stretta monetaria della Fed, alimentando i timori del mercato sugli effetti delle politiche monetarie restrittive.
Radiocor ricorda che anche il Conference Board, per il secondo mese consecutivo, ha detto di prevedere una recessione dall’inizio alla metà del 2023. Il dato Pce, attentamente monitorato dalla Federal Reserve, ha poi mostrato che l’inflazione, a novembre, ha rallentato il passo, ma si è rivelata superiore alle attese, con il dato ‘core’ sceso dal 5% di ottobre al 4,7%, contro attese per un +4,6%.
Tutto sembra indicare, quindi, che la Fed continuerà ad alzare i tassi d’interesse, ora al 4,25%-4,5%, i più alti dal 2007. I banchieri della Fed ora prevedono un picco dei tassi al 5,1% (valore mediano) nel 2023, in rialzo dal 4,6% delle previsioni di tre mesi fa. Il forte rialzo dei tassi sta già pesando sul settore immobiliare, con le vendite di case diminuite a novembre per il decimo mese consecutivo e in calo del 35,4% rispetto a un anno prima.
Le vendite al dettaglio sono diminuite a novembre dello 0,6%, facendo registrare il peggior dato in quasi un anno; in calo anche la produzione industriale, scesa dello 0,2%. I dati Pmi in lettura preliminare per dicembre su manifattura e servizi hanno mostrato settori ancora in contrazione.
Venerdì, il Dow Jones ha chiuso in rialzo di 176,44 punti (+0,53%), evitando così di registrare la terza settimana consecutiva in calo. Lo S&P 500 ha guadagnato 22,43 punti (+0,59%), il Nasdaq Composite ha terminato in rialzo di 21,74 punti (+0,21%).
Settimana in rialzo, la migliore da ottobre, per il petrolio Wti, che ha chiuso a 79,56 dollari. Con i timori di recessione, in rialzo i rendimenti dei titoli del Tesoro, con il decennale salito al 3,75%.
Sull’azionario, prosegue il calo di Tesla, che venerdì ha ceduto l’1,75% ed è ai minimi di oltre due anni, nonostante l’amministratore delegato Elon Musk abbia detto che non venderà altre azioni di Tesla per 18-24 mesi; nell’ultimo anno, ha ceduto azioni per 39 miliardi di dollari per sostenere l’acquisto di Twitter per 44 miliardi di dollari.
Amazon ha invece chiuso in rialzo dell’1,74%, dopo una partenza in calo; giovedì, aveva chiuso ai minimi in circa tre anni e mezzo.