Macquarie pone ostacoli al piano del Tesoro sull’adesione di Cdp all’offerta di Kkr per la rete Tim
Si complica il dossier Tim. Cassa Depositi e Prestiti e Macquarie potrebbero non presentare alcuna offerta migliorativa per Netco, la società che custodirà gli asset infrastrutturali del gruppo di telecomunicazioni.
A pesare sul dietro front di Cdp sarebbero, in parte, anche le preoccupazioni di carattere antitrust, considerato il ruolo di doppio azionista di Cdp, che detiene il 9,81% di Tim e il 60% di Open Fiber. Una posizione delicata, agli occhi di Bruxelles, in ottica rete unica.
Non solo. Il fondo australiano Macquarie sta sollevando una serie di ostacoli di natura legale contro il piano sostenuto dal Tesoro italiano di far unire le forze di Cassa Depositi e Prestiti e KKR nell’operazione di acquisto della rete fissa di Telecom Italia. Lo dicono a Reuters tre fonti vicine alla situazione.
Tim ha fissato al 9 giugno il termine ultimo per eventuali offerte migliorative da parte di Kkr e del consorzio rivale composto da Cdp e Macquarie, del valore rispettivamente di 21 miliardi di euro e 19,3 miliardi di euro. Il CdA ha ritenuto entrambe le offerte inadeguate.
A quanto pare, finor soltanto il fondo americano KKR si è detto disponibile a presentare una nuova offerta.
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