La Borsa è frenata dall’impennata dei rendimenti dei Treasury decennali ai massimi pluriennali e dai timori per lo shutdown
Wall Street chiude in rosso: il Dow Jones cede l’1,14% a 33.618,55 punti, il Nasdaq arretra dell’1,55% a 13.065,30 punti e l’S&P 500 registra una flessione dell’1,47% a 4.273,67 punti.
La Borsa è frenata dall’impennata dei rendimenti dei Treasury decennali ai massimi pluriennali e dai timori per lo shutdown. Gli analisti di Moody’s hanno lanciato un chiaro avvertimento al governo Usa: un altro shutdown potrebbe costare il rating tripla A. Gli investitori continuano inoltre a temere le prospettive di un lungo periodo di tassi d’interesse elevati e le ricadute economiche.
Le azioni sono ai livelli più bassi da giugno. Non hanno aiutato i dati macro usciti oggi, con la fiducia dei i consumatori più debole di quanto previsto: è preoccupante perché la forte spesa delle famiglie statunitensi è stata un baluardo che ha tenuto l’economia fuori da una recessione a lungo prevista.
Inoltre, anche le vendite di nuove case sono rallentate più di quanto gli economisti si aspettassero, mentre un terzo dato suggerisce che la produzione in Maryland, Virginia e Carolina potrebbe stabilizzarsi dopo un crollo durato più di un anno.
Sebbene il settore immobiliare e quello manifatturiero abbiano risentito degli alti tassi di interesse, l’economia nel complesso ha retto abbastanza bene da far sorgere preoccupazioni circa la possibile esistenza di pressioni al rialzo sull’inflazione. Ciò ha spinto la Fed la scorsa settimana a dire che probabilmente taglierà i tassi di interesse l’anno prossimo meno di quanto previsto in precedenza. Il tasso di interesse principale della Fed è già al livello più alto dal 2001 nel tentativo di riportare l’inflazione al livello target. Oltre agli alti tassi di interesse, una lunga lista di altre preoccupazioni attanaglia Wall Street.
La più immediata è la minaccia di un altro shutdown del governo degli Stati Uniti mentre Capitol Hill minaccia uno stallo che potrebbe bloccare i servizi federali in tutto il paese. Wall Street ha dovuto affrontare tali chiusure in passato, e storicamente i titoli azionari sono stati turbolenti.
A Wall Street, la stragrande maggioranza dei titoli azionari era in calo, compreso circa il 90% di quelli compresi nell’indice S&P 500. I titoli delle grandi aziende tecnologiche tendono ad essere tra i più colpiti dai tassi elevati e costituivano i pesi più pesanti sull’indice. Apple è scesa del 2,2% e Microsoft ha perso il 2,2%. Amazon crolla del 4,1% dopo che la Federal Trade Commission e 17 procuratori generali statali hanno intentato una causa antitrust contro di lei. Accusano il colosso dell’e-commerce di sfruttare la sua posizione dominante per gonfiare i prezzi su altre piattaforme, sovraccaricare i venditori e soffocare la concorrenza.
Cintas crolla del 4,8% segnando una delle perdite maggiori dell’indice S&P 500. Il fornitore di uniformi per i dipendenti, spazzoloni, estintori e altri servizi ha riportato nell’ultimo trimestre profitti più forti di quanto previsto dagli analisti. Ha inoltre alzato le previsioni su ricavi e profitti per l’intero anno fiscale, ma sempre entro un intervallo che molti analisti si aspettavano in precedenza.