Siamo vicini al momento in cui la Bce sarà pronta a tagliare i tassi. E’ quanto sostiene Piero Cipollone, membro del consiglio esecutivo, che, nel suo intervento a Bruxelles alla casa dell’euro ha detto: «il miglioramento delle prospettive di inflazione, la continua forte trasmissione della politica monetaria e l’ulteriore moderazione dell’inflazione creano lo spazio per una maggiore fiducia nella possibilità di allentare la stretta finanziaria. Ci stiamo avvicinando al momento in cui avremo la fiducia necessaria per agire. L’inflazione è in calo e all’orizzonte si profila una ripresa dopo un lungo periodo di stagnazione. Man mano che ci convinciamo sempre piu’ che il processo di disinflazione è sufficientemente avanzato, dobbiamo dare una possibilita’ alla ripresa. La risoluzione degli shock dal lato dell’offerta significa che è possibile ottenere contemporaneamente una minore inflazione e una maggiore crescita. Ciò consente all’economia di passare a una corsia piu’ veloce senza mettere in pericolo il processo di disinflazione. Consentire il proseguimento della ripresa creerà le condizioni per un percorso disinflazionistico piu’ favorevole, compatibile con una convergenza duratura verso il nostro obiettivo di inflazione. Cio significa che vi è spazio per una ripresa dei salari nel breve termine. Di fatto, questa è una delle condizioni chiave previste nelle proiezioni affinche’ la ripresa si materializzi, la crescita della produttività riprenda e affinchè entrambi siano sostenuti nel tempo. Ma con la normalizzazione delle condizioni economiche, la crescita salariale dovrebbe gradualmente moderarsi nel medio termine per essere coerente con la crescita tendenziale della produttivita’ e il nostro obiettivo di inflazione».
Come sempre le future decisioni di politica monetaria della Bce dipenderanno dai dati macro in arrivo di volta in volta. «Se i dati in arrivo confermeranno lo scenario previsto nelle proiezioni di marzo, dovremmo essere pronti a ridimensionare rapidamente la nostra politica monetaria restrittiva – ha spiegato. – Se mantenessimo troppo a lungo i tassi sui livelli attuali potremmo mettere a rischio la ripresa e ritardare la ripresa ciclica associata alla crescita della produttivita’. Cio’ sarebbe economicamente costoso e comporterebbe rischi per la convergenza duratura dell’inflazione verso il nostro obiettivo».
Le prossime riunioni di politica monetaria della Bce sono in programma l’11 aprile, il 6 giugno e il 18 luglio, dopodiché non ci saranno meeting fino al 12 settembre. Intanto a marzo la Bce ha deciso di lasciare ancora una volta i tassi invariati al 4,50%, esattamente come da attese.