Notizie incoraggainti arrivano dal fronte economico in Giappone. Il tasso di inflazione complessiva, misurata dall’indice dei prezzi al consumo, si è attestato al 2,7% a marzo, in calo rispetto al 2,8% registrato a febbraio.
Il dato core, che esclude la componente alimentare e l’energia, è 2,6%, in linea con le aspettative degli economisti intervistati da Reuters e in calo rispetto al 2,8% di febbraio.
Il cosiddetto parametro di inflazione “core-core”, utilizzato dalla Banca del Giappone, si è attestato al 2,9% dal 3,2%. E’ la prima volta che l’indice è sceso sotto il 3% da novembre 2022.
Quello dell’inflazione è il dato maggiormente monitorato per orientare la politica sui tassi. Ieri il membro del consiglio della Banca del Giappone, Asahi Noguchi, ha dichiarato che il ritmo dei futuri rialzi dei tassi sarà probabilmente molto più lento di quello dei suoi omologhi globali interessati dai recenti inasprimenti politici, poiché gli aumenti salariali senza precedenti da soli non sarebbero abbastanza potenti da far salire i prezzi e consentire all’inflazione tendenziale di raggiungere il 2%.
Il mese scorso la BOJ ha posto ad un’era di tassi di interesse negativi.