Secondo l’Antitrust i consumatori sono ostacolati nel loro diritto di usufruire della garanzia legale sui prodotti targati Xiaomi
Guai in vista per Xiaomi Technology, multinazionale cinese che opera nel campo dell’elettronica di consumo, fondata in Cina nel 2010 da Lei Jun. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato alla società una sanzione di 3,2 milioni di euro, in quanto i consumatori in alcuni casi si sono visti privare dei loro diritti di garanzia legale sui prodotti di elettronica a marchio Xiaomi.
In particolare dal procedimento è emerso che la società “rifiuta la riparazione in garanzia legale in presenza di altri difetti del prodotto, anche soltanto estetici – ad esempio se le superfici e/o altre parti esterne del prodotto presentano più di un graffio sullo schermo, di dimensioni non superiori a cinque centesimi di millimetro di larghezza e 5 millimetri di lunghezza -, subordinando la prestazione in garanzia alla riparazione dei danni fuori garanzia”.
Inoltre Xiaomi effettua reiterate riparazioni anziché sostituire il prodotto, privando così ripetutamente il consumatore del bene acquistato. L’Autorità ricorda che l’intervento di “riparazione” può costituire un rimedio solo se risolve tempestivamente il difetto di conformità.
Non solo. La società sarebbe anche colpevole di chiedere al consumatore di pagare le spese di verifica del difetto e di spedizione del prodotto, pena la mancata restituzione. Secondo l’autorità spetta invece a Xiaomi verificare l’eventuale esistenza del difetto di conformità denunciato senza addebitare alcun costo di verifica o di spedizione.