Dai dati Istat su inflazione e prezzi al consumo di febbraio disponibili da questa mattina, l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la sua top ten delle città più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita, sulla base dei nuovi riferimento del paniere dell’Istituto di statistiche.
Non solo città capoluogo di regione o dei comuni con più di 150 mila abitanti ma di tutte le città monitorate da Istat, che rileva un’inflazione su base annua stabile e un indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività in lieve aumento dello 0,1% su base mensile e di 0,8% su base annua, in linea con il mese precedente.
Per UNC in testa alla top ten delle più care d’Italia torna Bolzano, dove l’inflazione pari all’1,7%, la seconda più alta del Paese dopo Brindisi, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 492 euro per una famiglia media, in aumento rispetto alla spesa che ci sarebbe stata con i vecchi dati Istat ora superati, pari a 452 euro.
Medaglia d’argento per Brindisi, quindi, dove il rialzo dei prezzi del 2,1%, rappresenta il record del mese di febbraio, determina anche un incremento di spesa annuo pari a 398 euro a famiglia.
Terzo gradino del podio e medaglia di bronzo per Napoli che con un +1,7% ha una spesa supplementare pari a 375 euro annui per una famiglia tipo, sarebbero stati 344 euro lo scorso anno.
Appena fuori dal podio troviamo Venezia con +1,4%, al 5° posto per inflazione, pari a 369 euro, poi Trieste +1,4%, 342 euro, al sesto posto Firenze +1,3%, +340 euro, Bologna +1,2%, 334 euro, Pisa +1,3%, 332 euro e Rimini +1,2%, 326 euro.
Chiude la top ten Alessandria con +1,3%, +325 euro.
Nella graduatoria delle città più virtuose d’Italia, invece, 9 città sono in deflazione. Vince Campobasso dove l’inflazione più bassa d’Italia, pari a -0,9% si traduce in un risparmio equivalente, in media, a 186 euro su base annua.
Secondo posto per Imperia, dove la diminuzione dei prezzi dello 0,7% determina un calo di spesa annuo pari a 157 euro per una famiglia tipo. E sul gradino più basso del podio delle città più risparmiose, Pescara che con -0,7% ha un taglio delle spese pari a 156 euro annui per una famiglia media.
Ancora in testa alla classifica, questa volta delle regioni più costose con un’inflazione annua a +1%, troviamo il Trentino Alto Adige che registra a famiglia un aggravio medio pari a 284 euro su base annua.
Segue il Veneto, dove la crescita dei prezzi dell’1,1% implica un’impennata del costo della vita pari a 274 euro, e terza il Lazio con un +1,1% e +269 euro.
La regione più risparmiosa è il Molise -0,8%, -166 euro. Medaglia d’Argento per l’Abruzzo, sempre in deflazione -0,2%, pari a -43 euro.