Arriva l’approfondimento del Centro studi di Confindustria che si sofferma sull’analisi congiunturale mensile, sulle revisioni dei dati Istat, fatte con la diffusione di dati definitivi, da cui emerge “una crescita italiana più robusta rispetto al quadro delle prime rilevazioni provvisorie diffuse mese per mese“.
«Così il Pil 2023 è poi risultato più alto, gli investimenti non sono calati ma cresciuti, sui consumi delle famiglie la revisione è stata minore, ma comunque significativa, anche i consumi della P.a sono stati rivisti al rialzo e siamo passati da una piccola flessione della spesa pubblica, a un deciso aumento.
Ed è andata così anche per altre variabili economiche di primaria importanza».
Emergono migliori prospettive sul 2024: «le previsioni sul 2024, finora modeste, non possono che essere più positive, anche perché i tassi sono attesi in calo e il Pnrr in accelerazione».
Un cenno anche alle rilevazioni statistiche in altri Paesi europei con revisioni che non sono da meno di quelle italiane. Così il centro studi di Confindustria chiosa: “Sono tempi incerti per l’economia, difficili per gli economisti“.
Soprattutto se prendiamo a riferimento «la domanda interna – spiega Confindustria – è attesa debole, con più luci per i consumi.
C’è un marginale calo degli occupati, ma l’andamento di medio termine dell’occupazione resta molto positivo e sostiene i redditi. Con la fiducia delle famiglie risalita ancora a febbraio. Tassi e prestiti non aiutano».
Il centro studi diretto da Alessandro Fontana rileva più ombre sul fronte degli investimenti.
«Il credito è in calo a febbraio gli ordini delle imprese di beni strumentali si assottigliano, il sentiment delle aziende è calato.
Il settore dei servizi è in moderata espansione, la fiducia delle imprese, però, ha subito una battuta d’arresto, dopo alcuni mesi di risalita. L’industria è convalescente.
Il nuovo indice real time’del centro studi di Confindutria, Rtt, segnala un aumento del fatturato nell’industria a gennaio +3,2%, che suggerisce un recupero della produzione a inizio anno -0,5% nel quarto trimestre.
L’indice Hcon Pmi a febbraio è salito ancora di poco 48,7 da 48,5, ma in area di contrazione, segnalando che il calo dell’industria si attenua».
L’indagine rapida del rafforza l’attesa di una stabilizzazione della produzione; tuttavia, prosegue il decumulo di scorte e cala di nuovo la fiducia delle imprese manifatturiere, su livelli bassi.