L’aumento del prezzo della benzina in Italia desta preoccupazione tra i consumatori, segnalando un potenziale impatto sull’inflazione già in crescita. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha definito il superamento della soglia di 1,9 euro per litro in modalità self-service una “stangata di primavera” indesiderata.
Tale incremento è particolarmente allarmante in quanto potrebbe contribuire a un ulteriore rialzo dell’inflazione, che a marzo ha già registrato un aumento all’1,3% rispetto allo 0,8% di febbraio.
«Una pessima notizia. Il superamento della soglia di 1,9 euro per la benzina in modalità self è una stangata di Primavera della quale avremmo volentieri fatto a meno, un rialzo allarmante visto che rischia di riaccendere ulteriormente l’inflazione che già a marzo è schizzata all’1,3%, dal +0,8% di febbraio – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Lo sfondamento viene confermato dai dati medi regionali del Mimit pubblicati oggi secondo i quali solo in tre regioni, Marche, Veneto e Lazio, il prezzo della benzina self non ha ancora sfondato quota 1,9 euro al litro, mentre la Campania resta esattamente sulla soglia», conclude Dona.
Un’analisi dell’UNC sui dati medi forniti dal Mimit ha evidenziato che la provincia autonoma di Bolzano registra i prezzi più elevati, con 1,946 euro al litro. La Basilicata e la Calabria seguono a stretto giro, con prezzi rispettivamente di 1,936 e 1,935 euro al litro. Al contrario, le regioni che mostrano i prezzi più contenuti sono le Marche e il Veneto, con tariffe rispettivamente di 1,886 e 1,893 euro al litro, mentre nel Lazio il prezzo si attesta a 1,895 euro al litro.
L’UNC sottolinea l’importanza di monitorare attentamente questa tendenza al rialzo dei prezzi del carburante, data la sua potenziale influenza sull’inflazione e sul potere d’acquisto dei consumatori italiani.