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Altro inizio settimana in calo a Wall Street. Dow Jones -4% in 35 giorni

Giulia Guidi
26 Settembre 2022
Altro inizio settimana in calo a Wall Street. Dow Jones -4% in 35 giorni
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Il timore è che la Fed, con i suoi rialzi dei tassi d’interesse, stia portando gli Stati Uniti verso la recessione. In Europa, Milano maglia rosa Apertura in calo a […]

wall street

Il timore è che la Fed, con i suoi rialzi dei tassi d’interesse, stia portando gli Stati Uniti verso la recessione. In Europa, Milano maglia rosa

Apertura in calo a Wall Street, all’inizio dell’ultima settimana di settembre. Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones perde 61,17 punti (-0,21%), lo S&P 500 cede 7,03 punti (-0,19%), il Nasdaq è in ribasso di 0,33 punti (-0,00%). L’indice Vix sulla volatilità sale di quasi 3 punti a 32,70, ai massimi dalla metà di giugno

I tre principali indici sono reduci dalla quinta settimana in calo su sei, con il Dow che ha perso il 4%, lo S&P il 4,65%, il Nasdaq il 5,07%. Dow e S&P hanno toccato i nuovi minimi annuali.

Il timore è che la Fed, con i suoi rialzi dei tassi d’interesse, stia portando gli Stati Uniti verso la recessione. Lo stesso Jerome Powell, presidente della Fed, dopo l’ultimo aumento dei tassi da 75 punti base, ha detto che le possibilità di un atterraggio morbido dell’economia statunitense probabilmente diminuiranno. Nessuno sa se questo processo porterà a una recessione e, in tal caso, quanto significativa.

In un discorso pronunciato a un evento, Powell ha parlato di alta inflazione e bassa crescita come di una “nuova normalità”. La Banca centrale continuerà ad alzare i tassi per combattere l’inflazione, che resta vicina ai massimi degli ultimi 40 anni.

Continuano a salire, poi, i rendimenti dei titoli del Tesoro, con quello a due anni ai massimi dal 2007 e il decennale ai massimi dal 2011, con l’inversione della curva sempre più accentuata.

A spaventare i mercati non è solo la Fed, visto che diverse Banche centrali, in tutto il mondo, hanno alzato i tassi d’interesse. Il dollaro, nel frattempo, è ai massimi dal 2002, con la sterlina ai minimi storici (1,0382 dollari) dopo i tagli fiscali decisi da Londra. In calo anche l’euro, che ora vale meno di 0,9650 dollari, con i mercati che valutano l’impatto della vittoria della destra nelle elezioni politiche italiane.

Sull’azionario, sotto osservazione resta il titolo di FedEx, che oggi guadagna lo 0,5%, dopo aver ceduto venerdì il 3,37%. Giovedì, la società ha annunciato che intende aumentare il prezzo medio delle spedizioni del 6,9%, a partire da gennaio, per far fronte all’aumento dei costi e al rallentamento degli affari. Il suo piano che prevede un taglio dei costi punta a un risparmio nell’attuale anno fiscale tra i 2,2 e i 2,7 miliardi di dollari. Venerdì 16, il titolo di FedEx aveva perso oltre il 21% dopo aver emesso un ‘profit warning’. Da ricordare che FedEx è considerato un indicatore del ciclo economico statunitense.

Sei settori su undici sono in rialzo, tra cui il tecnologico (+0,3%). L’immobiliare è il peggiore, con un calo dell’1,7%, all’inizio di una settimana in cui sono previsti diversi dati del settore.

In rialzo il petrolio Wti, che al Nymex guadagna l’1,09% a 79,60 dollari al barile; in calo dell’8,3% a 170 euro per megawattora il prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam. 

Mattinata volatile per le Borse europee, che continuano a fare i conti con i rischi di recessione, a cui si aggiungono i timori legati ai tagli fiscali annunciati dalla premier britannica Liz Truss, che rischiano di alimentare ulteriormente l’inflazione.

Maglia rosa nel Vecchio Continente è Piazza Affari, dove il Ftse Mib guadagna lo 0,6% all’indomani delle elezioni che hanno sancito la nascita di una maggioranza parlamentare solida e, all’interno della coalizione di centrodestra, l’affermazione di Fratelli d’Italia a scapito della Lega: esito che il mercato apprezza in virtù della maggior prudenza in materia di bilancio predicata dalla leader Giorgia Meloni.

Nel resto d’Europa Francoforte è invariata, Parigi segna -0,06%, Amsterdam +0,1% e Londra – 0,83%.

Tra i principali titoli milanesi, gli acquisti premiano Tim (+4,78%) su cui si riaccende la speculazione per una possibile scalata da parte di Cdp, scenario auspicato da alcuni esponenti di Fratelli d’Italia. Rumor di stampa parlano inoltre della possibile vendite delle attività brasiliane. Bene Moncler (+3,94%), grazie alle indicazioni incoraggianti sul secondo semestre fornite dall’a.d. Remo Ruffini, e i titoli del risparmio gestito, con Finecobank a +4,12%, Banca Mediolanum a +2,12% e Banca Generali a +1,87%. Deboli invece utility ed energetici: Snam cede l’1,16%, Eni l’1,44% ed Enel il 2,28%. 

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