Arriva il via libera della commissione Bilancio della Camera al decreto Pnrr, atteso lunedì in Aula a Montecitorio. La commissione ha votato il mandato ai relatori, Roberto Pella (Fi), Paolo Trancassini (FdI) e Nicola Ottaviani.
E’ molto probabile che il governo ponga la fiducia, il voto finale dovrebbe arrivare mercoledì, in modo da mandare già venerdì il decreto al Senato per la seconda lettura.
«Sul Pnrr personalmente ho ribadito che forse valutare, senza cambiare ovviamente l’ammontare di risorse disponibili, una possibile estensione potrebbe essere utile – ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a Lussemburgo per il consiglio dei ministri dell’Economia – Vedo che anche i polacchi sono hanno fatto la stessa osservazione. Sappiamo perfettamente che non esiste di disponibilità oggi a considerare questo aspetto. Ne riparliamo tra un anno, come in altre situazioni, le posizioni italiane all’inizio sembrano isolate o fuori luogo, ma alla fine sono molto più realistiche di altri approcci».
Ricordiamo in sintesi che il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è il programma con cui il governo intende gestire i fondi del Next generation Eu. Cioè lo strumento di ripresa e rilancio economico introdotto dall’Unione europea per risanare le perdite causate dalla pandemia.
Redatto dall’allora governo Draghi e approvato dalla commissione europea nel giugno 2021, il Pnrr italiano ha una struttura articolata. Prevede sei missioni, organizzate in componenti, ognuna delle quali comprende una serie di misure, che possono essere riforme normative o investimenti economici. Dalla transizione ecologica a quella digitale, dalla sanità alla scuola, dai trasporti alla giustizia: le materie in agenda sono diverse e numerose. Si tratta complessivamente di 358 misure e submisure, di cui 66 riforme e 292 investimenti. Ciascuna di queste ha diverse scadenze da rispettare, a cadenza trimestrale, lungo uno o più anni dal 2021 al 2026.
Tutte le misure e le scadenze sono assegnate a un’organizzazione titolare. Si tratta perlopiù di ministeri e dipartimenti della presidenza del consiglio. Gli enti maggiormente coinvolti in questo senso sono il ministero delle infrastrutture, titolare di 72 misure per un totale di 49,5 miliardi di euro e quello dell’ambiente, responsabile di 41 interventi del valore complessivo di 39,2 miliardi.
Sono 191,5 miliardi di euro le risorse del Next generation Eu destinate al Pnrr italiano. Il nostro paese è il principale beneficiario del fondo. Di questo ammontare, la maggior parte (122,6 milioni di euro) sono prestiti, che il nostro paese dovrà restituire nel tempo all’Ue. Mentre la restante parte (68,9 milioni) sono sovvenzioni. Alle risorse europee si aggiungono inoltre 30,62 miliardi dalle casse dello stato italiano. Si tratta del fondo complementare, che serve sia a finanziare ulteriormente alcune misure del Pnrr, sia a realizzare nuovi interventi. In particolare 54 dei 292 investimenti economici complessivi.